Ben arrivato autunno! Sono una fan
delle temperature più miti ma, con i primi abbassamenti di temperatura arriva
quell'odiosissimo momento, il maledettissimo cambio degli armadi. Come vorrei,
ad ogni cambio di stagione, aprire l’anta dell’armadio e scoprire che qualcuno
ha nascosto i costumi da bagno e i vestitini leggeri sostituendoli con cappotti
e maglioni pesanti…
Non sono una accumulatrice seriale né una "shopping victim" m,a con il passare del tempo, ho accumulato una modesta quantità di vestiti che
sono sopravvissuti ad almeno 4/5 cambi di armadi in posti diversi.
Quest’anno mi sono decisa a fare un po’ di spazio, a
liberare un po’ di posto. Con tutte le buone intenzioni del caso ho anche ripreso dalla libreria un libro che
avevo comprato qualche anno fa e che avevo letto con un po’ di fretta. Sono una
fan del disordine, o meglio, il disordine si impadronisce di me fino a quando,
ad un certo punto, non posso fare altro che riordinare. Avevo grosse speranze
nel libro “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo,che promette di
rivoluzionare gli spazi di casa e pure la vita, ma purtroppo io sono una di
quelle vittime dell’effetto boomerang.
Ma quest’anno mi sono messa d’impegno per liberare almeno la
mia parte di armadio….

Ancora non mi è molto chiaro come faccia la cara Marie
Kondo, regina dell’ordine, a vivere senza fare il cambio dell’armadio. Forse
dividere un armadio in due non aiuta (sì, condivido l’armadio con il mio
compagno e no, non ho un armadio tutto per me)...e tra l’altro non mi sembra di
avere così tanti vestiti da indossare: anzi, spesso e volentieri, mi sembra di avere nulla da mettere...

....nonostante non abbia molto da mettere, il cambio di stagione è un appuntamento che mi aspetta quelle due volte all'anno e mi rimane difficile capire come si possa affermare che:
“il cambio di stagione non si addice più alla nostra epoca, perciò è tempo di abbandonare questa usanza e di tenere sempre a portata di mano nell’armadio sia i vestiti adatti alla stagione sia quelli fuori stagione”.
Vabbeh…
Il libro ha davvero degli spunti interessanti, tanti consigli e accorgimenti sono stati utili nel liberarmi di una
serie di ostaggi che vivevano in solitudine da tempo nascosti tra i ripiani e
gli scaffali dell’armadio. Sono riuscita a individuare una popolazione di inutilità e, con
tanto coraggio, ho avuto la forza di salutarla e ringraziarla, come il libro consiglia per altro:
- Le magliette dei campeggi estivi: declassate ad essere usate come abbigliamento da casa o come pigiama comodo e leggero. Sono utili quando hai bisogno di fare lavori in giardino o in casa e non devi temere di rovinare o sporcare quello che indossi. Sono un ricordo, sicuro… ma averne una decina nell’armadio è forse eccessivo. Le ho salutate e ho salvato le migliori (2/3), le altre sono finite o nel bidone o nella cesta dei panni da regalare.
- Pantaloni di una taglia in meno: avevo nell’armadio ancora qualche jeans che indossavo alle superiori quando avevo una taglia in meno e soprattutto non avevo ancora partorito. Li ho sempre tenuti lì, perché i primi jeans firmati della Diesel non si possono buttare e poi non si sa mai che perda quei due chiletti che mi separano dall’indossarli. Ma obiettivamente sono passati 10 anni, se non li ho persi in 10 anni posso sperare di riuscirci mai?
- Pantaloni di una taglia in più (o forse anche due): sì, lo ammetto… sono stata anche 5 kg in più di adesso (e un po’ me ne vergogno, ma così è la vita). E per non andare in giro vestita come un salsicciotto avevo comprato qualche pantalone della mia taglia di allora. Averli nell’armadio era una inutilità, non so perché li tenessi,nemmeno abbia intenzione di ri-ingrassare. Quelli mi hanno anche dato un non so che di soddisfazione a metterli via, come auspicio che non mi serviranno mai più.
- Abbigliamento vario che ad ogni cambio di stagione veniva spostato con la stessa piegatura di chissà quale stagione precedente. Mai aperto, mai indossato ma chissà… “magari quest’anno potrei indossarlo”. Ormai, dopo almeno 5 stagioni, posso dire che forse non lo metterò nemmeno quest’anno. Vestitini, camicette, cardigan di stagioni ed epoche remote che non mettevo perché non mi sentivo a mio agio ma che non buttavo mai via perché comunque ancora in buono stato. Magari a qualcuno possono pure fare comodo o piacere.
- Vestiti regalati da qualcuno, usati certamente a loro volta, ora non più. Sono stati un regalo, ok ma forse adesso anche basta. Hanno adempiuto al loro compito, adesso meritano di trovare un altro armadio che renda loro giustizia.
Mettendo da parte queste cose ho
riempito due borse piene. Forse posso fare ancora meglio di così, lo so….
Alcune cose sono state destinate direttamente ai centri raccolta per le persone
più bisognose, altre cose le ho regalate, altre ancora le ho messe in vendita.

Ma come vendere i vestiti che non ci vanno più?
Ci sono tantissimi gruppi su Facebook in cui mettere in
vendita i propri oggetti (ogni città ha il suo,spesso con la dicitura "mercatino dell'usato di ", "vendo, compro e scambio") e anche alcune app comode e utili per vendere (o
acquistare) usato in buono stato.
Quella che utilizzo di più è Depop, immagino che molti di
voi la conoscano già, oppure altra app utile e comoda è Shpock.
Depop trattiene
una commissione pari al 10% del prezzo di vendita, quindi in fase di scelta del
prezzo questo va tenuto in considerazione. Inoltre le spese di spedizione non
sono incluse quindi vanno concordate con l’acquirente.
Per vendere invece abbigliamento, scarpe e borse di marche
di lusso (cosa che non mi tocca molto da vicino devo dire) un sito molto valido è Vestiaire Collective
(è disponibile anche l’app): la comodità è che l’autenticità dei prodotti in
vendita è garantita da una équipe che convalida ogni oggetto venduto.
L’acquirente in questo modo è certo che l’oggetto comprato non sia un falso e che
i soldi investiti rispecchiano il valore del prodotto (il prezzo viene valutato
e ridimensionato dal team di Vestiaire Collective in fase di accettazione dell’oggetto da vendere).
Il cambio degli armadi è un momento che ci permette di fare
spazio, ordine, di regalare o magari anche di guadagnare qualche soldino. E’
terribilmente noioso, è vero, ma quest'anno ho cercato di trovare qualche aspetto positivo...l'armadio respira meglio, qualcuno ha ricevuto qualcosa che gli serviva o che gli piaceva ed io ci ho anche un po' guadagnato.
Commenti
Posta un commento